Parodontiti in cani e gatti: prevenire è meglio che curare!

Lo sapevi che circa il 60 % – 80% di gatti e cani di età superiore ai cinque anni, evidenzia problemi gengivali e dentali durante una normale visita di routine?

La malattia parodontale è una patologia silenziosa e progressiva: per questa ragione è molto frequente che proprietari ignari sentano parlare di tale problematica per la prima volta solo durante le normali e routinarie visite vaccinali.

Altre volte sono proprio i padroni più attenti che portano il proprio pets in ambulatorio lamentando alitosi, inappetenza, prensione difficoltosa del cibo, scialorrea (ipersalivazione), dimagramento e (nei gatti) cattive condizioni del mantello.

La malattia parodontale non va sottovalutata: può avere ha conseguenze anche serie sulla salute dell’animale: nel cane, per esempio, è stata dimostrata la correlazione tra patologia paradontale e patologie cardiache e renali.

Che ruolo ha l’alimentazione?

L’alimentazione gioca un ruolo chiave anche nella salute del cavo orale.

Sin dalla gravidanza e poi durante l’allattamento, i nutrienti contenuti nel cibo passano al latte e permettono il corretto sviluppo e formazione dei denti nei cuccioli.  Nella fase post-eruttiva dentale, invece, l’alimentazione influenzerà lo sviluppo, la mineralizzazione, la formazione dello smalto e poi l’eruzione dei denti permanenti.

Per tutto il resto della vita dell’animale, infine, la corretta alimentazione rivestirà un ruolo fondamentale nella salute del cavo orale, nel mantenimento di denti, ossa e mucose, favorendo la resistenza alle infezioni.

Ma come influiscono i nutrienti sulle malattie parodontali?

Carenza di proteine

La carenza di proteine può causare una degenerazione del parodonto, ossia del tessuto che avvolge le radici del dente e le unisce alle pareti dell’alveolo, osso alveolare, legamento paradontale e gengiva. 

Sbilanciamento del rapporto calcio-fosforo

Alimenti con alterazioni del normale rapporto calcio fosforo, ossia carenti in calcio e ricchi di fosforo, possono indurre iperparatiroidismo secondario e, di conseguenza, demineralizzazione ossea alveolare.

Carenza di vitamine

La carenza di vitamina A e vitamine appartenenti al gruppo B possono causare gengivite e riassorbimento dell’osso alveolare, mentre la carenza di vitamina D, influenzando la regolazione del calcio ematico, può provocare indebolimento e rottura del legamento periodontale e dell’osso alveolare.

Il ruolo delle fibre

Le fibre rivestono un ruolo controverso: per molti anni definite lo spazzolino naturale, la loro presenza in seno ad un cibo può conferire effettivamente una maggiore o minore consistenza al cibo stesso. Ciò ha indotto a credere che una maggiore consistenza potesse tradursi in migliore igiene orale.

Cibo umido o secco: fa differenza per l’igiene orale?

Udite udite: molte delle considerazioni e raccomandazioni fatte in passato sull’effetto della consistenza del cibo sulla salute del cavo orale sono prive di fondamento scientifico, in quanto si sono rivelate false in base a successivi e rigorosi studi.

Animali alimentati con cibo secco (i classici croccantini) ed animali nutriti con cibo umido (alimentazione industriale umida o alimentazione casalinga) accumulano placca e tartaro in maniera pressoché identica.

Studi su larga scala dimostrano che il consumo di cibo secco non migliora infatti la salute del cavo orale: quando un dente mastica una crocchetta o un biscotto, il contatto fa frantumare la crocchetta stessa che si sbriciola e viene ingoiata senza ulteriore masticazione.

Per fornire un’efficace pulizia meccanica, un alimento dovrebbe favorire la masticazione mantenendo il contatto con il dente. Vanno ottimizzati il contenuto di fibre, la forma e la consistenza: a prescindere da quanto siano più o meno salutari a lungo termine, ecco quindi che si spiega il ruolo di determinate crocchette in commercio, studiate appositamente per la prevenzione di placca e tartaro.

E gli snack?

Attenzione alla moltitudine di snack in commercio che promuovono l’igiene orale con riduzione di placca e tartaro!

Molti di questi prodotti non documentano (o mal documentano) tale attività, citando studi scientifici validati che si basano però su nozioni aneddotiche. Non esiste, al momento, un metodo per standardizzare tale attività di prevenzione.

Alla luce degli studi basati sull’evidenza è quindi giusto sostenere l’uso di alimenti studiati a posta per la prevenzione di patologie dentali, incentivando inoltre l’uso di spazzolini da denti adatti agli animali: solo così, con costanza quotidiana, si può controllare la placca gengivale e mantenere nel tempo la salute del cavo orale dei nostri amati cani e gatti.

Marco Blumetti

Medico Veterinario Consulente Nutrizionale

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