Struvite nel gatto: sta bevendo l’acqua giusta?

Nel gatto il 45% dei calcoli vescicali è costituito interamente o in misura da struvite, un minerale che si forma per aggregazione di cristalli di ammonio, fosfato e magnesio.

I gatti affetti, che sono statisticamente più i maschi che le femmine, mostrano spesso i sintomi generici della cistite:

stranguria (minzione dolorosa)

pollachiuria (minzione breve e frequente)

ematuria (sangue nelle urine)

periuria (minzione fuori dalla lettiera).

Il gatto che sta soffrendo di questa problematica entra ed esce dalla lettiera nervosamente, spesso associando questo atteggiamento a vocalizzi intensi; può anche mostrare un lambimento continuo dei genitali ed episodi di vomito. Se la sintomatologia non viene colta dal proprietario, la situazione può degenerare portando nel maschio ad ostruzione uretrale che mette a repentaglio la sua vita.

Un’attenta visita clinica e le analisi chimico fisiche delle urine (con lettura microscopica del sedimento urinario) saranno sufficienti per emettere la diagnosi: se nel sedimento saranno presenti batteri e/o leucociti sarà indispensabile anche un esame colturale con antibiogramma, oltre ad uno studio radiografico ed ecografico della vescica per individuare i batteri responsabili e la presenza di calcoli o alterazioni anatomiche congenite o acquisite.

A seconda della diagnosi e della presenza o meno di ostruzione uretrale, il medico veterinario deciderà se trattare farmacologicamente il gatto o procedere prima alla disostruzione mediante cateterizzazione in anestesia generale: in quest’ultimo caso fondamentale sarà la stabilizzazione del paziente prima della procedura disostruttiva, alla quale seguirà un ricovero con monitoraggio dei parametri vitali.

Che ruolo ha l’alimentazione?

La terapia farmacologica è efficace se coadiuvata da un’opportuna terapia alimentare studiata ad hoc sul singolo paziente.

Le strategie alimentari da attuare sono:

  • l’aumento dell’acqua assunta dal gatto
  • il controllo del pH
  • la riduzione dei precursori alimentari dalla dieta, poiché le diete industriali (ricche di fosfati e magnesio) rivestono un ruolo predominante nell’insorgenza di tale calcolosi, così come un pH alcalino ( > 6.5 ).

 

Con una dieta adeguata i calcoli di struvite dovrebbero dissolversi in 6/8 settimane e si possono anche evitare le recidive.

L’alimentazione casalinga è sicuramente la migliore tra le diete: il veterinario nutrizionista saprà infatti bilanciare correttamente gli alimenti mantenendo i precursori della struvite (magnesio e fosforo) nei range adeguati, valutando il contenuto di proteine in modo da evitare l’accumulo di urea, favorendo l’assunzione di acqua ed eventualmente integrando L metionina per acidificare le urine; il veterinario inoltre potrà stabilire il giusto rapporto tra Omega 6 ed Omega 3, onde ottenere un effetto immunomodulatore ed antinfiammatorio naturale.

Ma qual è il ruolo dell’acqua?

Secondo fonti governative*, l’intervallo medio di Magnesio contenuto nelle acque potabili delle più grandi città italiane oscilla tra 4 e 27.3 mg/dl.

FEDIAF stabilisce che il contenuto minimo di Magnesio nell’alimento secco per gatti sia di 5 mg/100gr.

Ipotizzando che un gatto medio mangi circa 70 gr di croccantini al giorno ed assuma 100 ml d’acqua corrente, assumerà quindi un minimo di 3.5 mg con l’alimento e da 4 a 27 mg con l’acqua, per un totale che va da 7.5 a 30.5 mg/die.

Se usassimo invece l’acqua minerale in commercio con la concentrazione minore di magnesio (Sant’Anna), il gatto assumerà 3.5 mg con l’alimento e 0.04 mg con l’acqua minerale, per un totale di 3.54 mg/die.

Concludendo, l’acqua minerale nelle diete a basso tenore di Magnesio può ridurne l’assunzione giornaliera dal 53% al 88%. Se a ciò aggiungiamo un’alimentazione casalinga, la concentrazione di Magnesio diverrà quindi irrilevante e si potranno non solo dissolvere eventuali calcoli ma risolvere in modo quasi definitivo una problematica così fastidiosa quanto comune.

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